Palazzo Vecchio è il cuore di Firenze, simbolo della storia della città. Dalla sua prima pietra a oggi, è stata la sede del potere fiorentino. Nelle sue sale e nella piazza antistante si sono svolti eventi decisivi, si è costruita la storia fiorentina; i suoi cortili e i suoi muri sono impregnati di oltre sette secoli di storia. Tutto comincia nel 1299 quando, sotto la supervisione di Arnolfo di Cambio, viene aperto il cantiere del Palagio dei Priori, su quelle case torri che erano state la roccaforte della famiglia ghibellina degli Uberti, nemici del nuovo governo comunale; il palazzo conosce una favolosa “età dell’oro” dal momento in cui la famiglia Medici vi porta la propria residenza nel 1540: così ha deciso un giovane Duca, Cosimo I de’ Medici, appena ventunenne, accompagnato da un altrettanto giovane Duchessa di origine spagnola, Eleonora di Toledo, e da tutta la corte.
Cosimo è Duca da pochi anni: è stato infatti nominato nel 1537 dopo l’improvvisa uccisione di Alessandro de’ Medici, primo duca di Firenze; trasferirsi qui è dunque un messaggio politico e risponde a una precisa strategia di potere. Il palazzo di governo deve adeguarsi a nuovi princìpi e nuove funzioni; tutto deve celebrare l’illuminato governo mediceo, l’unificazione della Toscana, la stella di Cosimo I, capace “di fare di tanti voleri un solo, che è appunto il suo”. Procedendo nei secoli, nell’Ottocento il palazzo ospita diversi uffici governativi, tra cui il Parlamento italiano nel periodo di Firenze capitale, dal 1865 al 1871. Da quella data a oggi Palazzo Vecchio è stato la sede del Comune di Firenze. Le sue sale non mancano ancora oggi di stupire e affascinare chiunque vi acceda: architettura, arti minori, sculture e dipinti concorrono alla creazione di un unicum ricco e complesso che si è trasformato, stratificato e rinnovato nel corso dei secoli.